Un'iniziativa contro i diritti umani?

I rappresentanti delle chiese vedono nell’iniziativa per l'autodeterminazione promossa dall'UDC un attacco contro i diritti umani

10 ottobre 2018

(Andreas Bättig) L'Unione Democratica di Centro (UDC) ha lanciato l’iniziativa "per l‘autodeterminazione" con la quale vuole porre il diritto costituzionale svizzero al di sopra del diritto internazionale. Gli ambienti ecclesiastici si oppongono in quanto vedono nell’iniziativa un attacco alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

L'iniziativa UDC
La campagna di voto concernente l’iniziativa “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” è stata lanciata. L’UDC ha presentato i suoi argomenti a sostegno della cosiddetta iniziativa per l’autodeterminazione, che sarà sottoposta a votazione popolare il 25 novembre. Essa permette di annullare l’“esautorazione anticostituzionale, illegittima e insensibile” dell’elettore, ha detto il consigliere nazionale zurighese Hans-Ueli Vogt.
L’UDC vuole che il diritto costituzionale svizzero prevalga generalmente sul diritto internazionale. Inoltre le autorità devono essere obbligate ad adeguare e se necessario a denunciare i trattati internazionali che contraddicono la Costituzione.

Un "enorme passo indietro"
Ma il partito è solo. Consiglio federale e Parlamento respingono l’iniziativa. Così come una vasta Alleanza della società civile che raggruppa oltre un centinaio di organizzazioni. L’iniziativa sull’autodeterminazione, argomentano, "è in realtà un’iniziativa anti-diritti umani".
Anche organizzazioni ecclesiali si oppongono all’iniziativa. “Renderebbe inefficaci le azioni legali contro violazioni di diritti fondamentali presso la Corte europea dei diritti dell’uomo”, afferma Dorothea Forster, presidente delle Donne evangeliche in Svizzera. “Questa riduzione dei diritti colpisce spesso le donne”.
Inequivocabile anche la posizione del pastore riformato di Zurigo-Neumünster Res Peter: “L’iniziativa è un passo indietro enorme e teologicamente molto pericoloso”. Fa credere che il pilastro principale del modello di successo della Svizzera sia la co-decisione di cittadine e cittadini. “In realtà non fa che privare i singoli individui del diritto di opporsi alla collettività”, dice Peter interpellato da Reformierte Medien. Perché l’iniziativa vuole che a decidere sia sempre e solo la maggioranza.

L'iniziativa vuole che a decidere sia sempre e solo la maggioranza

Contro i diritti dell’uomo
Anche l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) ha aderito al comitato che si oppone all’iniziativa. Secondo l’OSAR, se l’iniziativa venisse accolta non soltanto bisognerebbe rinegoziare o persino rescindere la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), ma anche la Convenzione di Ginevra sui rifugiati, la Convenzione sui diritti dell’infanzia o la Convenzione contro la tortura. “La CEDU è una riassicurazione necessaria per la protezione dalla tortura, dalla schiavitù, dai lavori forzati e dalla discriminazione”, scrive l’OSAR in una presa di posizione. Essa garantisce diritti fondamentali come il diritto alla vita o alla libertà di parola.

Gli argomenti della Federazione
La Federazione delle Chiese evangeliche in Svizzera (FCES) non adotta una posizione netta in merito alla votazione del 25 novembre. Ha tuttavia pubblicato tre messaggi che dovrebbero fungere da sostegno per giungere a una decisione. Nell’Alleanza della società civile sono rappresentati anche Caritas Svizzera, Sacrificio Quaresimale e l’Unione svizzera delle donne cattoliche. (kath.ch; trad. it. G. M. Schmitt)

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