Le femministe e la Bibbia

Negli Stati Uniti, dagli anni Sessanta e Settanta, teologhe e universitarie femministe gettarono nuova luce sui testi biblici e ampliarono il loro campo di interpretazione

17 settembre 2018

(Noémie Taylor-Rosner) Da oltre mezzo secolo le femministe cristiane americane hanno invaso e sconvolto il campo dell'interpretazione biblica negli Stati Uniti. Un settore a lungo riservato esclusivamente agli uomini.
Le prime timide avvisaglie di questa rivoluzione emersero già intorno alla metà del 19.esimo secolo, durante la prima ondata di femminismo americano, all'epoca in cui le suffragette si battono per acquisire il diritto al voto. “A quei tempi la maggior parte delle interpreti femministe della Bibbia erano laiche che sollecitavano anche riforme sociali”, spiega Sheila Klopfer, docente di scienze delle religioni presso il Georgetown College.

L'Ottocento femminista
Alcune trovano nella Bibbia un messaggio di liberazione positivo che fungerà da base per le loro lotte politiche. È il caso della predicatrice quacchera femminista e abolizionista Lucretia Mott. Altre, più pessimiste, come la suffragetta Elizabeth Cady Stanton, non si accontentano di mettere in discussione l'androcentrismo delle interpretazioni tradizionali, ma criticano l'essenza stessa dei testi biblici giudicata patriarcale.
Ma è nel corso della seconda ondata femminista degli anni Sessanta e Settanta che si svilupperanno le letture femministe moderne della Bibbia che continuano fino a oggi a influenzare le bibliste.

Elisabeth Cady Stanton

L'androgino Adamo
Contrariamente alle attiviste del 19.esimo secolo, le donne che studiano la Bibbia in quegli anni sono intellettuali e teologhe con un solido bagaglio universitario e religioso. Esse fanno ricorso agli strumenti della critica storica e letteraria per analizzare i testi biblici e ritrovare il loro senso dimenticato, nascosto da secoli di interpretazioni maschili spesso misogine.>
“Qualcuna come Phyllis Trible [la matriarca protestante delle bibliste femministe degli anni Sessanta e Settanta, n.d.r.] ha interpretato la storia di Adamo e Eva prestando grande attenzione a ogni piccolo dettaglio. Leggeva lo stesso testo degli uomini, ma vi vedeva qualcosa di diverso”, afferma Alice Ogden Bellis, docente di Antico Testamento presso la Howard University School of Divinity. Phyllis Trible dimostra per esempio che Adamo non è di sesso maschile, in origine, ma androgino. O ancora che il fatto che Eva sia stata creata per ultima, dopo il giardino, gli alberi e gli animali, non è il segno di una inferiorità o della sua sottomissione. “Non è una semplice aggiunta a posteriori, ma un culmine”, reputa la biblista, che si basa sul presupposto che nella teologia biblica “gli ultimi sono i primi”.

Donne dimenticate del cristianesimo - 1. parte (Segni dei Tempi RSI La1)

Letture poco note
Oggi l'insegnamento e la ricerca relativi agli studi femministi della Bibbia continuano ad essere coltivati nelle università religiose o nelle scuole teologiche delle grandi università americane, come Harvard. È lì che insegna per esempio la teologa cattolica Elisabeth Schüssler Fiorenza.
Ma le interpretazioni femministe che mettono in discussione le letture tradizionali della Bibbia sono conosciute e accettate dai cristiani statunitensi? “La maggior parte delle Chiese protestanti e i loro fedeli hanno una conoscenza vaga e limitata di queste riletture femministe, che sono note soprattutto negli ambienti universitari e teologici”, rileva Alice Ogden Bellis. “La maggior parte dei leader religiosi negli Stati Uniti non sono formati su queste interpretazioni”.

Questioni dolorose
Queste riletture femministe della Bibbia hanno a volte un'eco molto forte tra i fedeli protestanti. Alice Ogden Bellis l'ha constatato qualche anno fa quando ha tenuto un corso in una chiesa della periferia di Washington. “Per due anni ho testato con le mie allieve il libro che stavo scrivendo sulla storia delle donne della Bibbia ebraica (Helpmates, Harlots and Heroes: Women’s Stories in the Hebrew Bible - Compagne, prostituite ed eroine: storie di donne nella Bibbia ebraica, è un'opera di riferimento, ndr.)”, ricorda. “Il fatto di affrontare le storie di queste eroine attraverso un prisma femminista ha riportato a galla tutte le questioni dolorose con le quali le donne sono spesso confrontate, ma di cui non osano parlare nelle chiese. Alcune fedeli si sono sentite autorizzate a commentare il testo paragonandolo con le loro esperienze personali. Quelle letture femministe hanno liberato la loro parola”.

Donne dimenticate del cristianesimo - 2. parte (Segni dei Tempi RSI La1)

Nell'universo degli uomini
L'emergere di voci femministe nel mondo molto maschile della teologia e degli studi biblici non è avvenuto senza scontri. Ancora oggi le intellettuali cristiane che studiano la Bibbia incontrano degli ostacoli, in particolare in campo universitario. “Molte donne hanno difficoltà a ottenere una cattedra all'università e devono accontentarsi di incarichi a tempo parziale”, sottolinea la teologa cattolica Eloise Rosenblatt esperta di interpretazione biblica femminista.
Avrebbero inoltre notevoli difficoltà a far pubblicare le proprie opere. “Ho notato che negli ultimi anni molte donne preferiscono lavorare insieme e contribuire a lavori collettivi”, rileva la teologa.
Sebbene le idee delle femministe bibliste non siano state sempre ben accolte dai loro colleghi maschi, “oggi non è raro", conclude Eloise Rosenblatt, "che le loro interpretazioni vengano recuperate, sic et simpliciter, da certi universitari privi di scrupoli che non esitano ad attribuirsi la paternità di quelle idee”. (da réforme.net; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Elisabeth Schüssler Fiorenza

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