Educazione e violenza in Svizzera

La violenza è parte della cultura educativa in Svizzera, afferma un recente studio della Scuola universitaria professionale di Zurigo (ZHAW)

28 agosto 2018

(ve) Il 41% dei bambini e giovani ha ricevuto schiaffi o strattoni, il 22% pugni, calci o botte. I ricercatori che hanno realizzato lo studio sulla cultura educativa in Svizzera ritengono che sarebbe auspicabile l'introduzione di un divieto dell'uso della violenza.

Percentuali preoccupanti
Quasi due terzi dei giovani hanno subito violenze da parte dei loro genitori - e questo a prescindere dallo stato sociale e dalla provenienza. I dati si basano su uno studio realizzato dalla Scuola universitaria professionale di Zurigo (ZHAW) e dalla Haute école de travail social Fribourg (HETS) al quale hanno partecipato oltre 8'000 giovani di 17 e 18 anni di dieci cantoni.

L'uso della violenza nell'educazione è "parte della cultura educativa in Svizzera", affermano i ricercatori della ZHAW. Se si paragona la situazione svizzera con quella tedesca, emerge che tra i nostri vicini settentrionali la violenza è molto meno diffusa: in Germania sono un terzo in meno i bambini e giovani che hanno subito botte di vario genere. Il motivo potrebbe essere ricercato nella legge, introdotta nel 2000, che proibisce ai genitori di usare metodi violenti nell'educare i propri figli.

La Svizzera e i diritti dei bambini (UNICEF)

Il fatto che i figli subiscano o meno violenze dipende anche dalla loro situazione finanziaria: i ragazzi di famiglie che vivono in condizioni di disoccupazione o in assistenza presentano una frequenza doppia di gravi episodi rispetto ai giovani inseriti in contesti benestanti. Un altro fattore rilevante è il retroterra migratorio: è stato seriamente picchiato uno svizzero su dieci, mentre fra gli stranieri la quota è tre volte maggiore. Interessante è inoltre notare come nelle zone urbane gli episodi in questione siano più frequenti. Diminuiscono invece con l'aumentare della formazione dei genitori, ma il fenomeno è presente in tutte le classi sociali.

Il parere dello psicologo
Secondo il responsabile dello studio pubblicato a inizio agosto 2018 dalla Scuola universitaria professionale di Zurigo ZHAW, Dirk Baier, "anche un solo schiaffo ha un impatto sullo sviluppo del bambino". Un'educazione violenta può sfociare in comportamenti devianti e asociali più o meno gravi e può generare, in chi la subisce, una generale insoddisfazione nei confronti della vita. In un'intervista pubblicata dal SonntagsBlick, lo psicologo dell'infanzia Allan Gugenbühl ha in parte relativizzato i risultati dello studio della ZHAW. "Non ogni schiaffo ha come conseguenza un trauma", ha affermato, "ma ricorrere agli schiaffi è avvilente per i ragazzi e può danneggiarli".

Botte benedette (Segni dei Tempi RSI La1)

Educazione violenta e ambienti religiosi
Nel 2013 aveva fatto discutere, in Svizzera, un rapporto pubblicato dall'istituto di ricerca Infosekta, diretta dallo studioso del fenomeno religioso Georg Otto Schmid. Quella ricerca aveva analizzato i testi pedagogici di riferimento che circolano negli ambienti delle chiese evangeliche libere e nei quali, a volte, è possibile ritrovare il consiglio di usare metodi educativi forti "per il bene dei figli". La ricerca, intitolata "Erziehungsverständnisse in evangelikalen Erziehungsratgebern" (Concetti educativi nei manuali evangelicali") era giunta alla conclusione che "un numero crescente di genitori evangelicali respinge ogni ricorso alla violenza nell'educazione, ma purtroppo continuano a esserci genitori che perseverano nell'uso di metodi violenti". Già nel 2011 l'Alleanza evangelica svizzera aveva preso nettamente le distanze da qualsiasi pedagogia che preveda metodi educativi violenti.

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