I vescovi tedeschi e la comunione

A fine settembre la Conferenza episcopale tedesca discuterà la questione della comunione al coniuge non cattolico

26 agosto 2018

(ve) Dalla fine di giugno è aperta la petizione del mensile cattolico progressista tedesco "Publik-Forum" a papa Francesco che chiede l'ammissione del coniuge non cattolico alla comunione. Più di 16'000 donne e uomini l'hanno sottoscritta. A metà settembre le firme potrebbero essere 20'000. Alla fine di settembre si riunirà la Conferenza episcopale tedesca con all'ordine del giorno l'argomento della comunione al coniuge non cattolico, che agita da mesi i rapporti tra i vescovi. Chissà se il desiderio espresso da così tante cristiane e cristiani li commuoverà?

Petizione a papa Francesco
Nella petizione si chiede al papa: “Non permetta che in una importante questione ecumenica uno spirito elitario impedisca il vivere insieme di cristiane e cristiani”. Se il papa confermasse la decisione presa a maggioranza dai vescovi tedeschi per l'apertura dell'eucaristia del febbraio 2018, la minoranza dei vescovi non potrebbe più impedire questa apertura ai cristiani evangelici. Di seguito, le opinioni di tre fra i primi sottoscrittori della petizione.

Axel Noack, professore di storia della Chiesa, vescovo emerito della Chiesa evangelica a Magdeburgo. "Le Chiese sono di ostacolo le une alle altre. Non basta sempre solo far sperare nel futuro e invitare alla pazienza. È deplorevole che si prema subito il pedale del freno di fronte ad un passo relativamente piccolo - come la comunione insieme di coniugi di confessione diversa. Nell'est della Germania le Chiese si ostacolano anche nel loro annuncio, se non si riesce neppure a mostrare che siamo cristiani insieme. Non si devono negare le differenze teologiche, ma il rapporto vicendevole deve essere caratterizzato da amicizia e amore. Questo deve apparire chiaramente anche all'esterno”.

Non si devono negare le differenze teologiche, ma il rapporto vicendevole deve essere caratterizzato da amicizia e amore

Antje Vollmer, teologa evangelica, ex presidente del Parlamento tedesco. "I cristiani devono fare quello che le Chiese non riescono a realizzare Ho firmato la petizione con grande amarezza. Per la rabbia e l'amarezza dovute al fatto che perfino nel 2017, nell'anno del giubileo della Riforma e durante il Kirchentag del giubileo, non fosse possibile l'intercomunione. Mancava un impulso delle gerarchie ecclesiastiche in questa direzione, si è persa una opportunità. Sono convinta che le cristiane e i cristiani debbano semplicemente fare quello che le gerarchie ecclesiastiche non riescono a realizzare: celebrare insieme la cena del Signore, abbattere i confini, superare ciò che divide. E che le gerarchie abbiano il compito di accogliere finalmente questo impulso e di concretizzarlo nell'agire ecclesiale".

Le cristiane e i cristiani devono semplicemente fare quello che le gerarchie ecclesiastiche non riescono a realizzare

Thomas Andonie, presidente dell'associazione della gioventù cattolica tedesca. "Abbiamo una missione comune. Mi auguro che ci possiamo incontrare nell'ecumenismo anche nello spezzare insieme il pane. Come giovani cristiane e cristiani, sentiamo che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Vogliamo mettere in primo piano ciò che è comune, anche se sappiamo che ci sono differenze. Ciò che è decisivo è che abbiamo una missione comune nel mondo. Per questo vogliamo metterci in cammino e vogliamo poterci incontrare nell'Eucaristia". (in publik-forum.de; trad. it. finesettimana.org)

Vogliamo mettere in primo piano ciò che è comune, anche se sappiamo che ci sono differenze

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