Locarno, il cinema e la religione

Nell'ambito del 71.esimo Festival del Cinema di Locarno, la religione è tornata ad essere un tema forte delle pellicole internazionali

13 agosto 2018

(Charles Martig) Due film in competizione (sezione Concorso internazionale) hanno affrontato il tema religioso: uno parlando dell'Inquisizione in Italia, l'altro di violenze sui minori negli ambienti dell'ebraismo ultraortodosso in Israele. Nel film forse di maggiore impatto del festival, First Reformed, di Paul Schrader (sezione Histoire(s) du cinéma), il protagonista è un pastore protestante. L'attrice e realizzatrice svizzera Barbara Miller, presente a Locarno con il documentario #Female Pleasure, ha concentrato la propria attenzione sul modo in cui le religioni guardano al corpo femminile (sezione Semaine de la critique). La Giuria ecumenica del festival, dal canto suo, ha assegnato il suo premio al film Sibel (Concorso internazionale) che narra il percorso di emancipazione di una giovane donna in Turchia.

Il dramma di un pastore americano
L’attore americano Ethan Hawke incarna in First Reformed un pastore entrato in una profonda crisi esistenziale e spirituale. La sua dipendenza dall'alcol mette a repentaglio la sua salute, ma lui respinge ogni aiuto. Incontrando una giovane coppia di ambientalisti, viene posto di fronte ai suoi fallimenti e ai suoi dubbi, e scopre nel contempo un nuovo senso per il suo ministero. In occasione dei festeggiamenti per il 250.esimo anniversario della sua chiesa, la “First Reformed”, storicamente significativa nello Stato di New York, il pastore affronta, in modo drammatico e rischioso, i problemi esistenziali e ambientali del mondo

First Reformed (official trailer)

Dal punto di vista dello stile, il regista del film, Paul Schrader, fa pensare a Bergman e Bresson. First Reformed rappresenta l'apice della sua produzione. Schrader ha realizzato un dramma sorprendente e affascinante che colpisce lo spettatore lasciando tracce profonde. Il racconto di un uomo di chiesa abbattuto e devastato non ha lasciato indifferente il pubblico di un festival internazionale come quello di Locarno.

L'eretico Menocchio e l'Inquisizione
Il mugnaio Menocchio vive in Italia, alla fine del 16.esimo secolo, in un villaggio del Friuli. È una figura carismatica che ha una grande influenza sugli abitanti del villaggio, maggiore di quella del parroco. Ma la fede e le convinzioni di Menocchio non corrispondono a quelle della chiesa cattolica romana. Egli diffonde l'ideale di una vita di povertà, vissuta nel rispetto della natura. Menocchio si difende con coraggio di fronte a un tribunale affermando che per quanto riguarda l'evangelo, egli si ritiene sullo stesso piano del papa. L'Inquisizione vorrebbe metterlo a morte, ma per finire il mugnaio ritratta. Ottiene salva la vita, ma viene condannato al carcere perpetuo.

Menocchio (trailer)

Il regista Alberto Fasulo racconta la storia di un eretico italiano del '500 in un film ambientato spesso nella penombra o nella notte. Solo le immagini del processo sono rischiarate dalla luce del sole, ma questo non basta per far emergere la verità. Sul processo, esistono documenti storici, di provata autenticità [la vicenda di Menocchio è stata descritta magistralmente dallo storico Carlo Ginzburg nel libro "Il formaggio e i vermi", edito da Einaudi, ndr.].
La pellicola presenta il protagonista, Menocchio, come una figura moderna, agnostica. Il mugnaio pensa con la propria testa ed è pronto a rischiare la propria vita per difendere le sue convinzioni.

Violenze negli ambienti ebraici ultraortodossi
Yolande Zauberman accompagna, nel documentario intitolato semplicemente "M", il giovane Menahem Lang nel suo percorso di riconciliazione con i genitori e la comunità d'origine. Menahem ha sofferto cose terribili, è stato più volte violentato durante l'infanzia e quando ha denunciato le violenze è stato espulso dalla comunità ebraica di Haredim a Bnei Berak, nei pressi di Tel Aviv. Da allora è alla ricerca della propria identità.

La regista è riuscita ad entrare in questo mondo segreto. Grazie alla volontà di dialogo di Menahem, alcuni ultraortodossi cominciano a parlare. Più il racconto procede e più la realtà che emerge è terribile. Parecchi ebrei ultraortodossi confessano di essere stati violentati da ragazzi e di avere a loro volta commesso, da adulti, violenze su ragazzi. È un'evidente spirale di violenza sviluppatasi in una società chiusa. Il film esamina quei meccanismi e mostra delle alternative. Menahem incontra i suoi genitori e per la prima volta dopo molti anni parla con loro. Grazie alla sensibilità della regista, la pellicola è allo stesso tempo anche un mezzo che apre una possibilità di riconciliazione.

Le religioni e il corpo delle donne
#Female Pleasure accompagna cinque donne di cinque diverse religioni. Barbara Miller mostra la sua lotta per una sessualità femminile autodeterminata e per una coesistenza fatta di uguaglianza e rispetto tra i sessi. Il film [cofinanziato dalla chiesa cattolica romana del canton Zurigo, ndr.] descrive i mondi in cui vivono Deborah Feldman, Leyla Hussein, Rokudenashiko, Doris Wagner e Vithika Yadav. La pellicola permette di scoprire il loro impegno a favore dell'autonomia e dell'emancipazione della donna in un universo spesso ipersessualizzato e secolarizzato.

#Female Pleasure (trailer)

Il documentario di Barbara Miller, premiato nella sezione"Sémaine de la critique”, intende rappresentare le principali religioni del mondo e la loro tendenza a controllare il corpo femminile. Considerare le mutilazioni genitali in Africa per descrivere l'islam è discutibile, così come rappresentare il cattolicesimo attraverso la storia di Doris Wagner, abusta per molti anni da un prete nella comunità arcicattolica “The Work”. Tuttavia il messaggio del film è forte: Barbara Miller afferma che i cambiamenti per quanto riguarda il sessimo e gli abusi non sono possibili se non attraverso la stretta collaborazione tra uomini e donne per cercare insieme nuovi modelli di convivenza. (kath.ch, vers. it. Paolo Tognina)

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