Pyeongchang. In missione tra gli atleti olimpici

Numerose attività di evangelizzazione durante i Giochi olimpici

11 marzo 2018  |  Madeline Mulkey

Per chi si è gustato alla televisione le Olimpiadi invernali in Corea del Sud la questione religiosa non è certo parsa una priorità, fra le imprese degli atleti e le prove di disgelo fra le due Coree. Eppure, lontano dai riflettori, si stima che fossero approssimativamente 3000 i missionari all’opera in Corea del Sud. Circa 2000 erano a Gangneung, dove si svolgevano le competizioni indoor. Gli altri 1000 lavoravano nella sede di Pyeongchang, dove si svolgevano le competizioni di sci, di snowboard e altri eventi.

Forte presenza missionaria
Non sono disponibili dati attendibili sul numero di missionari presenti alle precedenti edizioni delle olimpiadi. “Ma il numero di missionari locali presenti in Corea supera ampiamente quanto abbiamo visto in occasione dei precedenti Giochi”, ritiene Marty Youngblood, responsabile della squadra di evangelizzazione della Georgia Baptist Convention (Convenzione battista della Georgia).
La Corea del Sud è per il 29% cristiana, in gran parte protestante. La società coreana è molto tollerante in materia religiosa. Il Vesak, o compleanno del Buddha, e il Natale sono entrambi giorni festivi ufficiali.
I Giochi invernali hanno attirato squadre di evangelizzazione battiste e metodiste. Erano presenti anche testimoni di Geova e mormoni. L’Unione delle Chiese cristiane della Corea, organizzazione che riunisce 144 congregazioni locali, ha accolto le missioni estere organizzandone l’alloggio e offrendo corsi di formazione sulla cultura coreana.

Protestanti in Corea (Segni dei Tempi RSI La1)

Caffè, cellulari e Vangelo
Le Chiese locali coreane si sono mobilitate allestendo degli stand dove offrivano spuntini, caffè e letteratura cristiana. La Chiesa evangelica presbiteriana Somang, situata a pochi passi dagli impianti olimpici, ha proposto uno spettacolo con un’orchestra e un gruppo di folclore coreano.
Presenti anche i Mormoni, in un edificio situato di fronte alla stazione ferroviaria di Gangneung. Nello "Helping Hands Center" i mormoni hanno offerto agli atleti, ai giornalisti e agli spettatori una bevanda calda e la possibilità di ricaricare il proprio telefono. Ma lo scopo principale, secondo il sito della Chiesa, era far sì che “il maggior numero possibile di persone vedesse la luce del Vangelo di Gesù Cristo nello sguardo dei missionari”.

Scambio di spille e condivisione della fede
Lo scambio di spille è uno degli strumenti di evangelizzazione più popolari tra i missionari attivi ai giochi olimpici. Mungsu No, un cappellano universitario di Seul, spiega che gli studenti con i quali ha lavorato, provenienti dall’Unione degli studenti battisti, hanno utilizzato questa modalità per condividere il Vangelo. Mentre gli atleti si scambiano spille che rappresentano un Paese, uno sport o una squadra, i gruppi di evangelizzazione offrono una spilla che vale “più dell’oro”, secondo uno slogan preso in prestito da un gruppo di missionari che aveva organizzato una campagna di evangelizzazione in occasione dei Giochi olimpici del 1990.
Nel libro biblico dei Salmi, sta scritto: “Io amo i tuoi comandamenti [di Dio] più dell'oro” (Salmo 119, 127). Il riferimento alle Olimpiadi, in cui una medaglia d’oro è la più alta ricompensa auspicata dagli atleti, è usato dai missionari per suggerire che c’è una ricompensa ben più grande che può essere trovata mediante la fede.

Richiamo all’ordine
Durante il primo fine settimana dei giochi ai gruppi missionari è stato concesso di distribuire gratuitamente materiale informativo anche all’interno degli impianti di gara. L’eccessiva presenza ha portato i funzionari locali ha pubblicare un annuncio volto a vietare tale operazione.
Athletes in Action, organizzazione evangelizzatrice statunitense, ha inviato in Corea ben sedici mila Bibbie da distribuire fra atleti e pubblico.
Alla vigilia della partenza per i giochi gli atleti tedeschi avevano ricevuto una guida spirituale pubblicata congiuntamente dalla Conferenza episcopale cattolica e dal Consiglio della Chiesa evangelica tedesca (Ekd). Un bell’esempio di ecumenismo sportivo. (RNS)

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