Dio e gli extraterrestri

Teologo domenicano, esperto di etica, Jacques Arnould è capomissione presso il Centro nazionale francese di studi spaziali (CNES)

04 marzo 2018

Che conseguenze avrebbe, dal punto di vista teologico, la scoperta di civiltà extraterrestri? Cambierebbe la nostra immagine di Dio? E l'immagine che abbiamo del ruolo dell'umanità nella storia dell'universo? Intervista con Jacques Arnould.

La questione della “pluralità dei mondi”, l’idea che altri pianeti oltre la terra possano essere popolati, ha appassionato e diviso i teologi cristiani nel corso dei secoli. Quali sono state le linee generali di questi dibattiti?
Fino al 16.esimo secolo la questione controversa è la seguente: per essere un Creatore onnipotente Dio deve creare altri mondi oltre al nostro? È inutile, risponde la maggior parte dei teologi, che sottolineano che il nostro pianeta è sufficientemente diversificato per “provare” l’onnipotenza divina e che una pluralità di mondi potrebbe introdurre l’idea, inaccettabile, di un ruolo lasciato al caso. Ma altri teologi non esitano a parlare di abitanti sulla luna o persino di una infinità di mondi. Nel 1277 Étienne Tempier, vescovo di Parigi, ricorda che non sta agli uomini decidere ciò che Dio può o non può creare. A partire dal 17.esimo secolo, con lo sviluppo delle scienze astronomiche, l’esistenza di altri mondi si impone. La questione dibattuta diventa allora: sono abitati? Se lo fossero, Cristo dovrebbe incarnarsi più volte per salvarne gli abitanti? I pareri sono ovviamente discordi!

Jacques Arnould

Nel 16.esimo secolo i Riformatori, sia Lutero sia Calvino, erano piuttosto ostili alla pluralità dei mondi…
È proprio la questione cristologica con il conseguente rifiuto di incarnazioni multiple che induce i Riformatori a opporsi all’idea di pluralità dei mondi (come del resto si oppongono all’eliocentrismo di Copernico adducendo argomenti biblici); il ruolo redentore di Cristo è troppo importante perché possa essere “relativizzato”. In seguito i teologi della Riforma, come quelli delle altre chiese, saranno più moderati: la questione della salvezza degli extraterrestri e persino del loro battesimo resta aperta. I dibattiti mescolano spesso argomenti teologici e ipotesi scientifiche e offrono l’occasione di riflettere sull’idea stessa di redenzione per gli esseri umani ma anche per tutte le creature di Dio.

Che cosa dice o non dice la Bibbia della possibilità di una vita extraterrestre?
La Bibbia non si occupa della questione della vita extraterrestre in senso stretto. Certo, c’è la questione delle “molte dimore nella casa del Padre”, ma nulla permette di affermare che Cristo pensasse a creature extraterrestri. E neppure che il carro di Elia fosse un disco volante! Tuttavia, non dimentichiamo che fino all’inizio del 20.esimo secolo la parola “extraterrestre” significava “soprannaturale”. In questo senso gli angeli possono essere definiti extraterrestri. Nella tradizione cattolica ci sono stati autori che hanno parlato del carattere terrestre ed extraterrestre di Maria. Pertanto, senza fare riferimento a quelli che oggi chiamiamo “marziani” o esseri extraterrestri, possiamo dire che la Bibbia, evocando una realtà o esseri soprannaturali, ci educa all’idea di altre forme di vita oltre la nostra. Per la Bibbia non siamo soli in questo universo creato da Dio.

Jacques Arnould - L'homme sans horizon (youtube)

L’esistenza accertata di extraterrestri susciterebbe una buona dose di grandi interrogativi da parte dei cristiani: Dio può creare più esseri diversi a sua immagine? Cristo può incarnarsi in altri mondi oltre la Terra? Come considerare la questione del peccato e della redenzione al di fuori del nostro pianeta?
Non si tratta di fare della “fantateologia”! Per il momento non abbiamo modo di risolvere la questione dell’esistenza di esseri viventi in un posto che non sia la Terra. Possiamo però fare un esperimento mentale, assumere l’ipotesi di una tale esistenza e studiarne le conseguenze sulla nostra comprensione della fede cristiana. Riscopriremo allora come l’atto della creazione sia un’alleanza tra Dio e tutte le sue creature - rileggiamo il racconto del diluvio! Potremo anche riflettere nuovamente sul fatto che siamo creati a immagine di Dio, e non il contrario. Perché aver paura per Dio? Ci interrogheremo sul senso che diamo alla dimensione cosmica della salvezza operata da Dio, come confessato dai padri della chiesa e che, nella nostra troppo limitata preoccupazione per la sola salvezza delle nostre anime, abbiamo forse dimenticato.

L’esistenza accertata degli extraterrestri costituirebbe una minaccia o un’opportunità per il cristianesimo?
Sta a ognuno di noi rispondere, nella fede e nell’intelligenza della tradizione cristiana che possiamo avere. Una tale esistenza stravolgerebbe molte delle nostre certezze, delle nostre conoscenze, delle immagini che ci facciamo di noi stessi, della nostra singolarità e infine di Dio. Sperimenteremmo ciò che tutti i fratelli o sorelle maggiori vivono quando arriva un fratellino o una sorellina: e adesso come mi ameranno i miei genitori? Sarò ancora il prediletto, il loro preferito? Allora, un’opportunità o una minaccia? Sta a noi deciderlo, non agli extraterrestri né a Dio. (intervista a cura di Louis Fraysse; da Réforme; trad. it. G. M. Schmitt)

Il CERN e la ricerca di Dio (Segni dei Tempi RSI La1)

Articoli correlati